La spója lorda (pasta lorda) o mnëstra imbutida (minestra ripiena)

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La minestra imbottita  o spoja lorda è una pasta ripiena buonissima, tipica della Romagna. Si dice che sia nata nel paese di Brisighella in provincia di Ravenna .

Le massaie confezionavano la “spoja lorda” (pasta “lorda” in quanto viene “sporcata” spalmando in ripieno ) quando non avevano il tempo necessario per preparare i cappelletti che richiedevano un ripieno più elaborato, oppure per utilizzare i resti della sfoglia per i cappelletti. È la classica pasta di recupero.

Data la particolarità (e la bontà) la Spoja Lorda, piano piano, negli anni ha perso la connotazione negativa tipica dei piatti di recupero ed è diventata un vero primo piatto, degno di eccompagnare i pranzi domenicali

Come si fa?

Si tira l’impasto di uova e farina,  se siete molto bravi con il mattarello,  altrimenti come me potete usare la sfogliatrice. Poi si spalma il ripieno su una metà, quindi si ripiega la sfoglia su se stessa a coprire completamente il ripieno , eventualmente si pareggia con il matterello o con le mani ma senza premere troppo per non fare uscire il ripieno, quasi solo per disporlo equamente su tutta la superficie e per far uscire eventuale aria. Infine si chiudono i bordi esterni e con la rotella che taglia e sigilla (sprunella) e si ricavano dei piccoli quadrati di circa un centimetro e mezzo di lato. Infine … non si staccano uno ad uno,si lasciano uniti e si tuffano nel brodo.Certamente qualcuno si aprirà e sporcherà il brodo con un po’ di ripieno ma … è questo un altro motivo del perché si chiama spoja lorda, perché sporca il brodo.

Ora, se vogliamo restare fedeli alla tradizione, li versiamo in una capiente ciotola con il loro brodo. Se invece vogliamo interpretarli, fermo restando che la cottura deve avvenire sempre in un buon brodo, possiamo scolarli e condurli come ci suggerisce la nostra fantasia e il nostro palato.

Quindi, ricapitolando,nel momento in cui ci viene voglia di preparare la spoja lorda abbiamo due scelte, o seguiamo l’idea originale di prepararla come piatto di recupero quindi lasciamo appositamente indietro un po’ di sfoglia, un po’ di ripieno e un po’ di brodo dopo aver preparato i cappelletti, oppure le riconosciamo il suo status di ricetta originale e la prepariamo ex novo, daccapo.

La mia scelta è  stata proprio quella di promuoverla a ricetta originale e mi sono permessa anche di reinterpretarla . Ho preso spunto da un gentilissimo utente di un gruppo di cucina in cui faccio parte  che mi ha fatto scoprire questa pasta deliziosa.

Questa è  la ricetta in dialetto romagnolo trovata su Romagna in cucina.

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INGREDIENTI

Per la sfoglia

  • 300 gr di farina 00
  • Tre uova
  • 1 cucchiaio di olio evo
  • Un trito di prezzemolo fresco
  • Un pizzico di sale

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Per la farcia

  • Una burrata di circa 150 gr
  • 90 gr di parmigiano reggiano
  • 1 turlo
  • Noce moscata qb.
  • ☆Il tutto passato al minipimer☆

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PROCEDIMENTO

  1. Disponete la farina a fontana sulla spianatoia, rompete al centro  le uova, il cucchiaio  d olio, il prezzemolo finemente trtato e lavorate il tutto fino a ottenere un impasto sodo e liscio. (Ovviamente potete fare come ho fatto io e lasciare questa incombenza alla planetaria).
  2. Dividete l impasto  a metà e stendetelo con il matterello in due sfoglie sottili ma non troppo. (Ehm inutile dirvi che il mattarello ed io non siamo molto amici e ho usato una sfogliatrice).
  3. In un boccale unite il tuorlo, la burratina, il formaggio e abbondante noce moscata, azionate il mixer fino a ricavarne una crema liscia e omogenea.
  4. Spalmate questo composto su una sfoglia, sovrapponete l’altra e passatevi sopra il matterello o  le mani , pressando bene. (Ma senza esagerare per non rischiare di far fuoriuscire il ripieno).
  5. Con la rotella dentata o con un coltellino dalla lama liscia e affilata, ricavate tanti quadratini di 1 cm o meno di lato.

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Buon appetito ♡

 

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